Il Museo Mambrini

IL MUSEO

Museo civico ‘Mons. Domenico Mambrini’

Il museo ha sede nel convento dei Padri Minori di Pianetto, nei pressi dell’area archeologica della città romana di Mevaniola. Reperti di varie epoche testimoniano l’antichissima storia del territorio di Galeata: lo splendore della città umbro-romana di Mevaniola, la raffinata ed elegante villa di Teodorico, la solitaria Abbazia di S. Ellero, il castello di Pianetto.

Gli oggetti vengono esaltati nella cornice conventuale che li ospita in un continuo dialogo con gli spazi e con le sobrie linee dell’architettura rinascimentale di impronta toscana. Il Museo è diviso in due sezioni, una archeologica e l’altra storico-artistica.

La sezione archeologica si snoda a partire dalla collezione di Mons. Domenico Mambrini (1879-1944), fondatore del museo e collezionista di antichità. Da qui inizia un percorso dedicato ai siti archeologici del territorio, con i rinvenimenti pre-protostorici; si passa poi alla sala delle città romana di Mevaniola in cui spiccano la magnifica chiave onoraria a testa di cane e la commovente stele funeraria di Rubria Tertulla. Il percorso prosegue con la tardo antichità e il Medioevo, i cui reperti più prestigiosi sono il rilievo raffigurante il leggendario incontro fra il Santo Ellero e il re degli ostrogoti Teodorico e la statua-colonna raffigurante l’infanzia di S. Nicolò.

Infine, nella sezione storico-artistica sono conservate opere in cui si percepisce la cifra stilistica fiorentina. Da segnalare lo stemma nobiliare in pietra serena attribuito a Desiderio da Settignano e gli affreschi provenienti dalla chiesa del Pantano.

Il museo propone ai visitatori un ricco programma di eventi, laboratori e attività didattiche per le scuole e per gli adulti che permettono di avvicinarsi in maniera dinamica e partecipativa all’archeologia e all’arte antica.

Alcuni reperti e opere artistiche del Museo:

  1.  Idoletto egizio. La piccola statuetta in terracotta faceva parte della collezione di Mons. Domenico Mambrini, raffigura Iside con in braccio Hours.
  2. Chiave di Mevaniola. Pezzo unico dell’Italia romana, è una chiave con il corpo in ferro e l’impugnatura in bronzo a testa di cane (I sec. d. C). E’ stata rinvenuta nel sito di Mevaniola all’inizio degli anni Cinquanta in un’area prossima al foro della città. Probabilmente era un oggetto simbolico (la chiave della città) anche se recenti studi non escludono l’effettivo utilizzo come chiave di un edificio pubblico o religioso.
  3. Stele funeraria di Rubria Tertulla (prima metà III secolo d.C.), in cui, nel carme finale, si esaltano i valori familiari della giovane donna, morta a 20 anni 4 mesi e 4 giorni. L’epigrafe è state reimpiegata nell’XI secolo, come attesta una iscrizione medievale.
  4. Statua-colonna raffigurante l’infanzia di S. Nicolò. Statua romanica (XI-XII secolo), che faceva parte della decorazione scultorea del complesso monastico di S. Ellero (forse del chiostro). La statua si riferisce ad un momento della vita di S. Nicolò (S. Nicola di Bari) che fin da tenerissima età dimostrò uno spirito caritatevole digiunando e cibandosi solamente dal seno destro della madre.
  5. Rilievo dell’incontro fra S. Ellero e Teodorico. Rilievo che raffigura l’incontro-scontro fra il re Teodorico e il Santo: da una parte Ellero nella sua ieratica compostezza, dall’altra il re goto sul cavallo quasi inginocchiato di fronte al Santo. Il rilievo, composto da lastre realizzate in due periodi differenti, presenta un’iscrizione che riprende la vicenda raccontata dalla Vita di S. Ellero.
  6. Stemma in pietra attribuito a Desiderio da Sattignano (1450 circa). Splendida opera in pietra in cui sono raffigurati due angeli che sorreggono, entro una raffinata ghirlanda, uno stemma civico.
  7. “Vanitas” – Due opere olio su tela di pittore Anonimo della fine del XVII secolo. Splendide opere pittore seicentesche raffiguranti una serie di elementi simbolici: il teschio, i tulipani, la candela che rimandano alla caducità della vita terrena.
  8. Affreschi dalla chiesa di S. Maria al Pantano. Affreschi di iconografia mariana provenienti dalla chiesa del Pantano. L’affresco trecentesco che raffigura la Madonna dell’Umiltà risente di influssi giotteschi, mentre quelli del Quattrocento sono da attribuire alla scuola del Ghirlandaio.

DOMENICA dalle 9.30 alle 12.30 e dalle 15.00 alle 18.00
APERTURA SU PRENOTAZIONE per gruppi, tutti i giorni (mattina e pomeriggio) contattando il servizio cultura.

Per i gruppi il museo è visitabile anche su prenotazione, tutti i giorni (mattina e pomeriggio), contattando il Servizio Cultura del Comune di Galeata allo 0543-975428-29 – cultura@comune.galeata.fc..it

Tel. 0543/981854 (Museo)
Tel. 0543/975425-28/29 (Comune di Galeata – Ufficio Cultura)
Tel. 320-4309480 (Giuseppe Michelacci)

Fax. 0543/981021
E-mail: museomambrini@libero.it

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